Si chiama AraBat l’azienda made in Puglia che ha ideato il nuovo sistema green per il riciclo di batterie esauste. Tantissimi i riconoscimenti già ricevuti.
“Una vision, un sogno, una storia dietro, quella di cinque ragazzi spiritati che non si sono voluti arrendere all’appiattimento delle ambizioni e alla fuga dei cervelli”: così Raffaele Nacchiero, giovane ingegnere, spiega la nascita della startup AraBat, di cui è CEO. Made in Puglia, la realtà innovativa è un’eccellenza della sostenibilità, con la sua idea rivoluzionaria di un sistema idrometallurgico che recupera batterie in litio impiegando scarti agroalimentari. Vediamo come.
Il sistema di riciclo delle batterie in litio con le bucce d’arancia
Con il sogno di dare vita a processi di economia circolare, la startup AraBat ha ideato un processo davvero originale per il riciclo di batterie in litio esauste, problema destinato a diventare sempre più urgente con lo stop alla vendita delle automobili a benzina e diesel deciso dall’Unione Europea.
I 5 giovani ragazzi pugliesi hanno trovato il modo di recuperare tutta la compagine di materiali preziosi presenti in tali rifiuti, da poter così reimmettere nel mercato, grazie all’impiego di rifiuti biologici. Si tratta – come spiega Today.it – di AraMet, un sistema idrometallurgico green, che impiega acqua, acidi organici e scarti agroalimentari, la cui azione congiunta permette di estrarre carbonato di litio, idrossido di cobalto, manganese e nichel a livelli elevati di purezza.
Ciò che desta curiosità tra i non esperti, sono le biomasse scelte dalla startup: bucce d’arancia. Perchè? La scorza di tale agrume ha al suo interno tutta una serie di sostanze, come i flavonoidi, gli acidi fenolici e la cellulosa, che sono perfetti per contribuire al recupero dei metalli. L’impiego di tali scarti, così come quelli provenienti da altri alimenti, permette ad AraMet di essere la più sostenibile tra le procedure di riciclo diffuse oggi, molto più dispendiose a livello energetico.
AraBat: dalla Puglia al mondo
Con il supporto del polo tecnologico STAR Facility Centre dell’Università di Foggia e il coordinamento del professore Matteo Francavilla, i ragazzi della startup stanno cercando di progettare l’implementazione su scala industriale di tale sistema rivoluzionario.
Ed hanno già destato l’attenzione di diversi enti importanti: vincitori dell’ENI Award 2022 – premio consegnato direttamente dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dai vertici dell’azienda – sono in contatto con diverse grandi imprese, come la EVSX, società canadese che è già al lavoro per testare il processo ideato dalla startup pugliese in America.